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Lezione 7 - La poesia degli errori


«È dall’audacia dei loro errori di grammatica che si riconoscono i grandi scrittori»
Henry de Montherlant


Spiegate ai ragazzi che il programma della lezione prevede di stravolgere un po’ la grammatica e che la poesia è un mezzo formidabile per imparare le lingue, compresa la propria, perché gioca con le regole.

Sottolineate il fatto che in poesia non ci sono errori ma solamente dei tentativi per far esprimere alla lingua qualche cosa di nuovo.

Fate questo esempio:

Un giorno, in un laboratorio di scrittura, una bambina ha scritto: “Ti amo più di sole”.

In realtà, bisognerebbe dire “Ti amo più del sole”. Tuttavia, si sente che “Ti amo più di sole” è più forte, dice di più. Senza poter spiegare esattamente perché.

Quella bambina era arrivata a scuola sei mesi prima, senza conoscere una sola parola della nostra lingua. E può essere stato il fatto che non la parlasse troppo bene a portarla a scrivere quella frase magnifica: “Ti amo più di sole”. Questa piccola frase è forte perché non è possibile ridurla a una sola interpretazione. E tutto perché non è corretta dal punto di vista grammaticale!

Proponete di continuare a giocare con la grammatica, componendo - per esempio - una coniugazione.

Per far capire cosa intendete, leggete degli esempi.

Cominciate da Gianni Rodari, con Il libro degli errori. Spiegate che in questo libro si incontrano spesso due ragazzini che fanno delle bestialità, Marco e Mirco, ed ecco come coniugano il verbo “andare”:

Io vado a Torino,
tu vai a Torino,
egli va a Torino,
noi andiamo a Torino
voi andate al diavolo
e starete al caldino. *




Leggete anche una poesia di Michel Besnier, in cui sono le galline a fare le coniugazioni:

io faccio l’uovo             io facevo l’uovo
tu fai l’uovo                  tu facevi l’uovo
lei fa l’uovo                  lei faceva l’uovo
noi facciamo l’uovo     noi facevamo l’uovo
voi fate l’uovo              voi facevate l’uovo
loro fanno l’uovo         loro facevano l’uovo
 

io farò l’uovo
quando ne avrò voglia **





Invitate, poi, i ragazzi a inventare nuovi modi - sorprendenti - per coniugare un verbo. Se vogliono, possono anche lavorare in coppia.

Ti amo più che morte
Ti amo più che morte
Ti amo più che morte

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* Gianni Rodari, “Il diavolo”, in Il libro degli errori, Einaudi Ragazzi
** Michel Besnier, Mes poules parlent, Edizioni Motus